domenica 17 agosto 2014

160. Un’Ostinata Illusione

Qualche anno orsono, non esisteva ancora Street View, mi è venuta la curiosità di vedere dove “finiva” il naviglio.

Il Naviglio Grande nasce dal Ticino poco prima di Turbigo. La portata è di 64 m³ al secondo in estate e di 35 in inverno. Le cronache del duecento narrano dell'inizio dei lavori intorno al 1177; nel 1187 il naviglio giunse a Trezzano e nel 1211 alle porte di Milano, a Sant'Eustorgio, nei pressi dell'attuale porta Ticinese.
Da questo punto di arrivo (la darsena) qualche secolo dopo venne costruito il Naviglio Pavese, un canale navigabile che unisce Milano a Pavia. Il dislivello tra la darsena di porta Ticinese e il Ticino è di 56,6 metri, dei quali 4,40 sono superati dall'inclinazione del fondo, mentre agli altri 52,2 provvedono dodici conche con cascate. L'ultima conca è assai profonda, in modo da poter funzionare sia in regime di piena che di magra del Ticino.

Attraversata Pavia sono giunto in viale Partigiani, qui:



Dopo qualche anno ho scoperto che cos’era il fabbricato che si vede sulla sinistra.

Hermann Einstein (Bad Buchau, 30 agosto 1847 – Milano, 10 ottobre 1902), padre di Albert e Maja, era un proprietario di fabbriche elettrotecniche che dalla Germania approdò, con il fratello ingegnere Jacob e le rispettive famiglie, prima a Pavia, poi a Milano, a causa di dissesti finanziari. Infatti, dopo alcuni anni di prosperità, elettrificando anche il sito in cui si svolgeva l'Oktoberfest, i due furono costretti a liquidare la piccola fabbrica che possedevano a Monaco e a volgere l’attenzione verso il mercato italiano, impiantando un nuovo stabilimento a Pavia nel 1894, in società con l’ingegnere italiano Lorenzo Garrone.
Nel marzo 1894 a Pavia vengono fondate le Officine Elettrotecniche Nazionali Einstein-Garrone e nell’autunno, in pochi mesi, viene costruita una grande fabbrica, presso un doppio salto del Naviglio, strategico per la produzione di energia elettrica (quella che si vede nella foto riportata sopra).

 
La famiglia di Albert trovò la residenza in una casa signorile abitata in precedenza da Ugo Foscolo (1778-1827) ora via Foscolo 11. Durante questo periodo, Albert venne incoraggiato a frequentare le "Officine Einstein-Garrone" e a interessarsi delle macchine elettriche. Fu anche una stagione di intense relazioni sociali; la famiglia Einstein si era infatti integrata bene nell’ambiente borghese pavese, stringendo amicizia soprattutto con la famiglia Marangoni.
Fu così che Ernesta, figlia primogenita di Giulio Marangoni e di Rachele Venco, nata a Casteggio, un paese a circa 25 km a sud di Pavia, all’epoca diciannovenne, conobbe Maja ed Albert; i tre iniziarono a frequentarsi assiduamente. Furono mesi di vita spensierata trascorsi tra gite in campagna, bagni al lido sul fiume Ticino, incontri musicali settimanali dedicati all’esecuzione di autori classici tedeschi.
Parecchi anni più tardi, nel 1955, il soggiorno pavese di Albert fu rievocato da Ernesta in persona, la quale rese altresì nota la corrispondenza intercorsa fra loro nel 1946, a guerra finita. 

«Alberto lo conobbi in un pomeriggio estivo in cui era in vacanza tra due semestri, allo stabilimento bagni in Ticino, e mi parve un giovinetto un po’ delicato ma sano – un po’ scialbo di tinte, occhi scuri, capelli castani non neri come quelli della sorella e come divennero in seguito». In questi incontri estivi Albert che «parlava abbastanza bene l’italiano – proseguiva Ernestina – le boutades le lanciava in tedesco, lasciandole poi tradurre dalla sorella».

Ernestina aggiungeva inoltre a queste cronache altri episodi anche scientifici che riguardavano il dono da parte del giovane Einstein di un lavoro manoscritto dal titolo: Sull’elettricità e la corrente elettrica (oggi perduto), mentre divertita descriveva il brillante viaggio con l’amico Otto Neustätter che egli compì via tram da Pavia e a piedi da Voghera fino a Genova per visitare lo zio Jacob Koch.
Ernesta visse a lungo fino al 1972 quando, ultranovantenne, si spense nella sua casa di Casteggio.

Dopo poco tempo gli Einstein si spostarono in via Bigli 21 a Milano e qui impiantarono una piccola officina per la produzione di dinamo e macchinari elettrici, in via Lecchi, nella zona del Naviglio Pavese; probabilmente anche in questo caso l’acqua del naviglio forniva l’energia elettrica necessaria alla fabbrica.
 

L'edificio di via Bigli 21 è un palazzo caratteristico della vecchia Milano, con il portone affondato in un grande arco, dove aveva abitato anche la contessa Clara Maffei. Nello stesso periodo sull’altro lato di via Manzoni, nell’allora Albergo Milano, oggi Grand Hotel et de Milan, era solito risiedere Giuseppe Verdi (1813-1901).

Come al solito, le cose andarono bene per qualche anno, Hermann aveva vinto le concessioni per i sistemi di illuminazione nelle cittadine di Canneto sull’Oglio e Isola della Scala, finché cominciarono a fargli pressione perché pagasse i suoi debiti.
L’officina di via Lecchi rimase comunque in funzione fino alla morte del padre di Einstein che da allora riposa al Cimitero Monumentale nel Civico mausoleo Palanti. Nell’edicola, oltre alla famiglia Palanti, sono sepolti tra gli altri: Franco Parenti, Walter Chiari, Giovanni D'Anzi, Virgilio Ferrari, Paolo Grassi e il padre di un noto Presidente del Consiglio.
In quegli anni Einstein conobbe Michele Besso, che rimase suo intimo amico per tutta la vita e l'unica persona alla quale dette credito di aver contribuito al lavoro del 1905 sulla Relatività Ristretta. Lo ringraziò scrivendo: “... concludendo, tengo a dire che l'amico e collega M. Besso mi ha costantemente prestato la sua preziosa collaborazione mentre lavoravo a questo argomento, e che gli sono debitore di parecchi interessanti suggerimenti”.
Besso lo anticipò di meno di un mese nella morte e in una lettera che scrisse ai familiari Einstein concludeva con l’emblematica frase:

«Per noi che crediamo nella fisica, la divisione tra passato, presente e futuro ha solo il valore di un’ostinata illusione»

Einstein A., «Lettera del 21 marzo 1955»

 



http://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2005/01/28/PT1PO_PT101.html

http://www.paviaedintorni.it/temi/attivita_professioni_file/attivit%C3%A0industriali_file/industrievarie_file/descrizione_einstein.htm
http://www.pv.camcom.it/index.phtml?Id_VMenu=568


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