lunedì 30 marzo 2015

184. Quelli che…

“E la storia del mago,
del mago, e la vita, la morte
la gente per bene”
 
A Milano la storia del mago è una storia a cui è difficile credere e Jannacci di storie come queste ne ha raccontate tante; il messaggio, comunque, arrivava sempre.
Il 29 marzo di 2 anni fa ci lasciava (così si dice) Enzo Jannacci, anche se uno come lui non ci lascerà facilmente.
Ma qui vorrei scrivere qualche breve ricordo che ancora mi fa sorridere.
Per chi è vissuto a Milano, poteva capitare di incontrarlo o in qualche modo averci a che fare.
Era la seconda metà degli anni ’80 e dovevo trovare un medico di base. Mi reco quindi alla “mutua” di via Ripamonti. La signorina allo sportello mi dice:
“Il medico della sua famiglia è tutto pieno, non so se sarà facile trovarne uno in zona…” poi ricontrolla, sospira e dice “ce ne sarebbe uno che ha ancora posti liberi, sa il Jannacci, quello che canta in televisione…” e per diversi anni sulla mia tessera sanitaria ho avuto scritto: "dr. Vincenzo Jannacci". In quel periodo non ho mai avuto la necessità di recarmi dal medico.
Negli anni successivi mi è capitato a volte di incontrarlo. Ricordo un sabato di luglio, dietro piazza del Duomo, arriva in vespa, alza il cavalletto, ma la moto non è del tutto spenta e viene trattenuta a fatica…
Epifania 2005, una sera particolare, zona città studi, in una pizzeria con pizza al trancio. Negozio piccolo. Entro e vedo il pizzaiolo con 2 clienti. Uno di loro è Jannacci. Il secondo cliente mi guarda e ammicca, l’espressione è di chi vuole dirti: “hai visto chi c’è?”. Il pizzaiolo chiede: “dottore come vuole la pizza?”, Jannacci apre la porta e chiede alla moglie che aspetta in macchina.
Penso a cosa posso dire o se starmene zitto. Entra una persona.
Chiede (a Jannacci, probabilmente senza riconoscerlo) “scusi mi saprebbe indicare la strada per andare al Teatro Smeraldo?”. Qualche secondo di silenzio e poi Jannacci, che allo Smeraldo è di casa, inizia ad indicare, a modo suo, la strada.
Non voglio scimmiottare la scena, ma per dare un’idea ricordava molto il dialogo de
El portava i scarp del tennis”.
 
Qualche mese fa sono passato a trovarlo al Famedio.
E’ in buona compagnia, vicino a Franca Rame e al caro amico Giorgio Gaber.

lunedì 23 marzo 2015

183. Eclissi

Il 20 marzo 2015 c’è stata un’eclissi di Sole (parziale in Italia).
Iniziata attorno alle 9.20, con un massimo alle 10.20, e terminata alle 11.20 circa.
L’eclissi totale è avvenuta alla latitudine dell’Islanda, nell’Italia del Nord si è avuto un massimo del 70% e via via sempre meno spostandosi verso Sud fino ad un occultamento del disco solare del 50% in Sicilia.

Molte altre informazioni relative a questa eclissi potete trovarle ad esempio:


 
Possiamo avere eclissi di Sole o di Luna; vediamo di cosa si tratta.

Secondo le attuali teorie, la posizione della Luna alla sua formazione era a un terzo dell’attuale distanza dalla Terra e un mese lunare durava solo 5 giorni. Ogni anno, però, questa distanza aumenta di 38 millimetri e come conseguenza si ha che la rotazione terrestre rallenta (176. Alla ricerca del tempo perduto - Il secondo in più).
 

 
Oggi il mese lunare è quasi sestuplicato e la distanza Terra-Luna è circa 400 volte inferiore a quella Terra-Sole.




La notevole coincidenza sta nel fatto che il diametro della Luna è proprio 400 volte più piccolo di quello solare! 
Durante una eclissi di Sole i 2 corpi celesti si sovrappongono quasi perfettamente.
 

In un altro post: 114. Cristoforo Colombo e l’eclissi di Luna  abbiamo visto come nel gravitare intorno alla Terra (nelle notti di plenilunio) la Luna può entrare nel cono d’ombra terrestre e come, in questo caso, si ha un’eclisse lunare, che risulta visibile da tutto l’emisfero notturno della Terra.

Ricordo che il numero massimo di eclissi in un anno è sette, in ragione di 2 eclissi lunari e 5 solari oppure 3 lunari e 4 solari e come questi casi siano abbastanza rari; infatti, di norma, ci sono 2 eclissi solari e 2 lunari per anno. Il numero minimo è 2 per anno (entrambi solari). Non possono mai avere luogo più di 3 eclissi lunari l’anno.
 

Nel suo movimento intorno alla Terra, ogni mese la Luna ha una fase di “Luna Piena” ed una di “Luna Nuova”. La prima (Piena) si ha quando Luna e Sole sono posizionati dalla parte opposta, mentre la seconda (Nuova) quando si trovano dalla stessa parte.

Con un breve ragionamento si può capire che con la Luna Piena si può avere quella che viene chiamata eclissi di Luna, mentre con la Luna Nuova si può avere l’eclissi di Sole:

  Allineamento              Luna                 Possibile Eclissi

Sole/Terra/Luna          Piena                 Eclissi di Luna

Sole/Luna/Terra          Nuova                Eclissi di Sole
 

La distanza tra la Terra e la Luna varia tra 405.500 km e 363.300 km, mentre la lunghezza del cono d’ombra lunare è mediamente di 374.000 km.

Quando la punta del cono d’ombra della Luna si trova in una posizione esterna alla Terra si ha una eclissi di Sole anulare.



 

Vediamo infine alcune peculiarità.

1)    Visti dalla Terra, i diametri angolari di Sole e Luna sono quasi equivalenti

min
max
31' 29"
32' 33"
29' 56"
33' 29"

     e questo permette una quasi perfetta sovrapposizione tra i due.

2)    Per avere una eclissi i tre corpi devono essere allineati. Però il piano su cui orbita la Luna è inclinato rispetto a quello su cui orbita la Terra intorno al Sole. E quindi solo un mese ogni tanto accade che ci siano le condizioni per avere una eclissi.

3)    Quando la Luna è posizionata tra Sole e Terra, quest’ultima illumina la Luna con la propria luce riflessa rendendola grigio cenere; per questo motivo viene chiamata luce cinerea.
 
4)  Durante l’eclissi di Luna, la luce solare che attraversa l'atmosfera terrestre, viene deviata per rifrazione e raggiunge il nostro satellite conferendo ad esso una colorazione mutevole nel corso di una stessa eclissi: essa va dal rosso cupo fino al rosso arancio.
 
 


 



http://en.wikipedia.org/wiki/Eclipse
http://en.wikipedia.org/wiki/Lunar_eclipse
http://en.wikipedia.org/wiki/Solar_eclipse
http://it.wikipedia.org/wiki/Movimenti_della_Terra
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_solar_eclipses_in_the_21st_century
http://scienz1.blogspot.it/2015/03/selfie-con-leclissi-no-grazie.html
 

 

domenica 15 marzo 2015

182. La Rosa dei 32 Venti

e sotto il maestrale       
urla e biancheggia il mar
                                                                   San Martino di Giosuè Carducci

Sfuggito al Ciclope, Ulisse raggiunse l'isola di Eolo, il re dei venti, che lo accolse ospitalmente e gli diede un otre di pelle di bue, contenente tutti i venti, fuorché una brezza favorevole, che doveva riportarlo direttamente a Itaca.
E già si potevano scorgere i fuochi accesi dai pastori nell'isola, allorché l'eroe si addormentò; i compagni, credendo che l'otre di Eolo contenesse oro, l'aprirono e i venti ne scapparono via provocando un uragano che sospinse le navi nella direzione opposta.
 
Il vento non è solo un fenomeno atmosferico, è un qualche cosa di ancestrale memoria che ci provoca forti emozioni ed ha permesso all’uomo di solcare i mari e scoprire nuove terre.
 





Nord:       Tramontana
Aquilone
NNE:             Bora
Bacio
Nord-Est:     Grecale

Volturno
ENE:             Schiavo
Garigliano
 

Est:          Levante
Goro
ESE:             Solano
Altano
Sud-Est:       Scirocco
Euro
SSE:             Africo
Eolo
 

Sud:           Ostro
Garbino
SSO:             Gauro
Favonio
Sud-Ovest: Libeccio
Espero
OSO:             Etesia
Gallico
 

Ovest:       Ponente
Cecia
ONO:             Traversone
Vespero
Nord-Ovest: Maestrale
Cauro
NNO:             Zefiro
Brunale
 
 
L’idea di scrivere questo post mi è venuta parlando con un albergatore della riviera romagnola. In una sera d’estate mi raccontava del Garbino che, essendo un vento simile al Libeccio, durante la stagione estiva soffia come brezza di terra in condizioni di stabilità atmosferica. Lo stesso vento, però, nell'Italia meridionale è conosciuto molto bene per il calore che porta con sé, ma soprattutto la sabbia, proveniente dal deserto del Sahara.
Il nome Garbino sembra un nome tipico delle regioni dell’Italia centrale, mentre deriva dall’arabo gharbi, ovvero occidentale.


La rosa dei venti più semplice è quella a 4 punte dei soli 4 punti cardinali:

 Nord     -  N     0°  -  dal quale spira il vento detto  Tramontana

 Est        -  E    90° - dal quale spira il vento detto   Levante

 Sud       -  S  180° - dal quale spira il vento detto   Ostro   (o Mezzogiorno)

 Ovest    - W  270° - dal quale spira il vento detto   Ponente

Levante e Ponente derivano il loro nome dalle direzioni ove sorge o tramonta il Sole; Tramontana potrebbe avere diverse origini: o trans montes (ovvero al di là dei monti) riferita al fatto che spira dal cuore delle Alpi, ovvero dal nord, oppure deriva dal paese di Tramonti, situato a nord della repubblica marinara di Amalfi; infine Ostro deriva dal latino Auster (vento australe).

I nomi delle direzioni NE, SE, SO e NO derivano dal fatto che la rosa dei venti veniva raffigurata, nelle prime rappresentazioni cartografiche del Mediterraneo vicino all'isola di Malta che diveniva così anche il punto di riferimento per indicare la direzione di provenienza del vento.

In quella posizione, le varie direzioni indicavano:

a NE la Grecia, da cui il nome Grecale;

a SE la Siria, da cui il nome Scirocco;

a SO la Libia, che comprendeva anche Tunisia e Algeria, da cui Libeccio;

a NO si trovava Roma, la Magistra, Maestrale (via “maestra”).


Si narra che il geografo Eratostene di Cirene (ca.200 a.C.), comprendendo che più venti presentavano solo leggere varianti, ridusse i dodici venti usati dai romani agli otto principali. Egli dedusse che c'erano in realtà solo otto settori di uguale ampiezza e che gli altri venti non erano altro che varianti di questi otto venti principali. Se ciò fosse vero, Eratostene sarebbe l'inventore della rosa dei venti ad otto punte.
Quest’ultima fu in seguito sostituita dalla moderna rosa dei venti (a 16 o a 32 punte), adottata dai marinai durante il Medioevo.

Dei 32 venti, oltre a quelli già citati, ne vorrei menzionare altri 2.

La Bora è un vento che arriva dalla Dalmazia e dalle Alpi Giulie.
Prende il nome dal croato Bura (tempesta di neve). E’ un vento freddo e secco, violento, che spira sulle regioni dell’alto Adriatico.
I sofisti del vento fanno distinzione tra Bora chiara e Bora scura. La Bora chiara di solito è presente in inverno a temperature basse, portando ghiaccio nelle giornate di cielo sereno, dimostrandosi di norma meno intensa e pericolosa della Bora scura preannunciata da nubi e piogge.
Nel febbraio 2012 sul molo Fratelli Bandiera di Trieste si è registrata una raffica di ben 50.8 m/s, ossia quasi 182.88 km orari. In alcune località della Slovenia e della Dalmazia, per esempio sul ponte sospeso dell'Isola di Veglia la Bora ha raggiunto i 220/250 km orari.
 
Il Favonio (detto anche Föhn in tedesco) è un vento caldo e secco che può presentarsi, in differenti configurazioni, su entrambi i lati della catena alpina. Lo stesso vento che prima delle Alpi risulta di temperature particolarmente rigide, arriva in Italia con temperature molto più miti.
Una corrente d'aria, nel superare una catena montuosa, perde parte della propria umidità in precipitazioni (pioggia o neve). Quando la corrente sale verso l'alto, infatti, l'aria si espande raffreddandosi; se la condensazione del vapore acqueo sfocia in precipitazioni, non si ritorna alle condizioni dalle quali si è partiti e l'aria arriva a valle con una temperatura più alta di quella di partenza.


   Aneddoto: l'asciugacapelli (colloquialmente chiamato fon o fohn) deve il suo nome a questo vento che in Italia arriva caldo e secco, facendo asciugare i panni stesi. Viene spesso riportato, meno giustificatamente, nella variante grafica phon. Sarebbe più corretto scrivere Föhn o Foehn (con la maiuscola, visto che i sostantivi tedeschi hanno sempre la maiuscola).
 

Federico II (ancora lui) fece costruire una torre ottagonale, in cima a un dosso dell’altopiano della città di Enna a poche centinaia di metri dal centro geografico della Sicilia.
Non è casuale la forma ottagonale, con le esposizioni delle pareti rappresentanti la direzione dei venti.
Anche a Castel del Monte si può comprendere la periodicità dei venti del Mediterraneo verificando su quale delle molte pareti è in arrivo la raffica di vento.
 
A chi volesse leggere un bel libro che parla di questo argomento consiglio il libro di:
Enrico Gurioli – “Il piccolo libro dei venti”, ed. Pendragon, da cui ho tratto alcuni brani.
 
 
  
 
 
 

domenica 8 marzo 2015

181. Astro-Selfie







 
 
Questa foto è stata scattata il 1° Marzo 2015 dall’astronauta statunitense Terry Virts all’esterno di ISS (Stazione Spaziale Internazionale), che orbita intorno alla Terra dal novembre 1998 e che viene mantenuta ad una altitudine compresa tra i 330 km e i 435 km (1/16 del raggio terrestre), alla velocità di 7,66 km/s (27.576 km/h).
Il periodo orbitale dura un’ora e mezza circa (15,5 orbite al giorno).

E’ possibile seguire la posizione di ISS (http://iss.astroviewer.net/) per osservarla nei suoi transiti.

Senza la protezione dell'atmosfera terrestre, gli astronauti sono esposti a più alti livelli di radiazione dovuta al flusso costante di raggi cosmici. Gli equipaggi della stazione sono esposti a circa 1 millisievert di radiazione ogni giorno, che è circa la stessa quantità che ogni essere umano riceve sulla Terra in un anno da fonti naturali.

L’equipaggio dell’attuale Spedizione 42 è costituito dagli americani Barry Wilmore e Terry Virts, dai cosmonauti russi Elena Serova, Alexander Samoukutyaev e Anton Shkaplerov, e dall’astronauta italiana Samantha Cristoforetti.
 


 

 

domenica 1 marzo 2015

180. Hubble Ultra Deep Field



Nell’immagine è riportata una zona del cielo situata nella costellazione della Fornace.
 
Il campo ultra profondo di Hubble (abbreviato in HUDF, Hubble Ultra Deep Field) è l'immagine di una piccola regione del cielo composta nel 2004 grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble, risulta la più profonda dell'Universo mai raccolta nello spettro della luce visibile, e ci permette di vedere 13 miliardi di anni nel passato. Si stima che l'HUDF contenga 10.000 galassie ed è stata scelta perché ha una bassa densità di stelle luminose nelle vicinanze.
 

Si estende per circa un decimo del diametro della Luna (che ha un diametro angolare di circa mezzo grado, mentre l’immagine HUDF ha un lato di 3 minuti di arco circa).

 


HUDF è stato scelto distante dal piano galattico (Via Lattea) dove si trovano la maggior parte delle stelle e con Ascensione Retta sensibilmente differente da quella della costellazione del Sagittario dove si trova il Centro Galattico.


 

Grazie alle nuove osservazioni, l’immagine XDF (eXtreme Deep Field) nel suo piccolo campo visivo contiene galassie con luminosità fino a 10 miliardi di volte inferiori alla luminosità che l'occhio umano può rilevare. Gli oggetti più deboli rilevati sono di magnitudine 31.
 

 

Più di 2000 immagini dello stesso campo sono state scattate con le due telecamere principali di Hubble: la Advanced Camera for Surveys e la Wide Field Camera 3, che estendono la visione di Hubble nel vicino infrarosso. Queste sono state poi combinate per formare l’immagine XDF.

 

L’età dell'Universo è di 13,7 miliardi di anni e XDF rivela come erano le galassie sino a 13,2 miliardi di anni fa. La maggior parte di queste erano ancora giovani, piccole e in crescita, spesso mentre si scontrano e fondono insieme.

Hubble ha dato agli astronomi la prima visione delle forme reali di galassie giovani. Questo ha fornito la prova diretta che l'Universo è veramente cambiato con l'invecchiamento.


Il Telescopio Spaziale James Webb (James Webb Space Telescope JWST) è stato sviluppato per diventare il successore di Hubble. Verrà costruito e gestito, in cooperazione dalla NASA, dall'Agenzia Spaziale Europea e dall'Agenzia Spaziale Canadese. Il lancio è previsto nel 2018. Il telescopio Webb troverà galassie ancora più deboli che esistevano quando l'universo aveva solo qualche centinaio di milioni di anni. A causa dell'espansione dell'Universo, la luce del lontano passato ha subito uno shift verso le lunghezze d'onda infrarosse.


 
 
 
Ci sono circa 41.250 gradi quadrati nel cielo e 3.600 minuti d’arco quadrati per ogni grado quadrato.
 
Il campo di XDF (eXtreme Deep Field) misura 2,3 min x 2,0 min:
 
2,3 min x ( 1 grado / 60 min) = 0,038 gradi   (base)
2,0 min x ( 1 grado / 60 min) = 0,033 gradi   (altezza)
 
0,038 gradi x 0,033 gradi = 0,00125 gradi quadrati
 
mentre l’intera volta celeste è precisamente:
 
4 π (180/π)2 = 4 π (57,3)2 = 41.253 gradi quadrati.
 
Quindi per ricoprire tutto il cielo servono:
 
41.253 / 0,00125 = 33.000.000 rettangoli
 
Nel campo di XDF si contano 5.500 galassie.
Quante galassie possiamo quindi stimare per l’intera volta celeste?
 
N = 5.500 galassie/rettangolo x 33.000.000 rettangoli = 182 miliardi di galassie!
 
Gli astronomi hanno trovato che:
10% circa delle galassie sono viste come erano sino a 5 miliardi di anni fa,
30% come erano tra 5 e 9 miliardi di anni fa e
60% come erano più di 9 miliardi di anni fa.
Visto che il Big Bang è avvenuto 13,7 miliardi di anni fa, 11 miliardi (60%) delle galassie che possiamo vedere hanno meno di 4,7 miliardi di anni.